sabato 1 ottobre 2016

Portatili: perché acquistare un Chromebook?



Chromebook in commercio sembrano mirare soprattutto a coloro che col computer svolgono poche attività, quasi esclusivamente basate sull’utilizzo di servizi web, come quelli messi a disposizione dalla stessa Google. Una scelta congeniale per prodotti collocabili tra i notebook e i tablet, ma alla distanza, almeno agli occhi di chi con il pc vorrebbe almeno idealmente farci altro, anche un limite. E se è vero che Google sta sviluppando Chrome OS sempre più verso l’esecuzione di applicazione offline, gli utenti che non sanno o possono rinunciare ai propri software preferiti rimangono ancora lontani dai prodotti che utilizzano questo sistema operativo. Almeno nello scegliere il pc principale. 

Un Chromebook è per sua natura molto versatile.
La sua reattività e la sua semplicità sono eccezionali.
 Se non si ha bisogno di una grande dotazione hardware per lavorare,  esso ci consente di accedere a tutte le funzionalità basilari che svolgiamo di solito sui nostri terminali Windows (o Mac), vale a dire scrivere testi, utilizzare fogli di calcolo, spostare file, guardare film, navigare in Internet, ascoltare musica, etc. Tutto attraverso apparecchi quasi sempre dall’aspetto estetico semplice ma molto accattivante, venduti a prezzi decisamente al di sotto della media praticata per gli stessi modelli dotati di altri sistemi operativi. 

Se utilizziamo anche noi il pc prevalentemente per le attività sopra descritte, non possiamo non prendere in considerazione un Chromebook per il nostro nuovo acquisto. Soprattutto oggi che Chrome OS, dopo il successo riscontrato negli Stati Uniti negli ultimi due anni, sta accelerando per inglobare il supporto al Play Store e, dunque, tutte le applicazioni disponibili per Android, che saranno disponibili in modalità “finestra” in modo da sopperire alla mancanza di tutti quegli applicativi che hanno fatto la fortuna degli apparecchi mobile, ma poco (o per nulla) compatibili con il Chrome Web Store (e con il formato estensioni). 

Una nota per chi sta pensando di comprare un Chromebook: trattandosi di un prodotto importato, dunque non destinato all’Italia, i modelli in commercio potrebbero (e di norma è così) non essere dotati di una tastiera italiana (il formato QWERTY), ma montarne una straniera, come la tedesca QWERTZ o la francese AZERTY (a me è toccata quest’ultima).
Dal punto di vista funzionale la questione è di facile risoluzione: basterà sostituire con qualche click del mouse, dal sistema, il layout “virtuale” della tastiera. Per quanto riguarda l’aspetto fisico e l’utilizzo manuale della stessa, sarà sufficiente invece utilizzare un set di adesivi venduto a prezzi
 molto contenuti  (su Amazon intorno ai 5 euro, ad esempio). 

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