giovedì 22 settembre 2016

La filosofia Chrome: cambia il rapporto tra utente e macchina



Chromebook nascono nel 2008. 
Nascono con Chrome, un semplice browser che fin dal lancio iniziale prova a trasmettere un nuovo modo di concepire il rapporto tra la rete e i software, i file e, in generale, il personal computer.  Una novità assoluta per utenti pc e internauti, abituati a Windows come passaggio obbligato (e necessario) per l’utilizzo di computer, periferiche, software e la navigazione in rete e a considerare tutto il resto (Linux, Mac e il vecchio DOS, ad esempio) destinato a esperti informatici e professionisti vari. Una semplificazione dell’accesso al mondo del web e dell’approccio al pc che alla distanza si sta dimostrando invece una piccola rivoluzione culturale, uno stravolgimento della filosofia Windows del mondo dell’informatica che ha finito per costringere anche Microsoft ad inglobare tante piccole novità partite proprio con il browser e il sistema operativo lanciato da Google.  

E proprio nell’anno del 18esimo compleanno di big G, dopo che già nel 2011 si era urlato a grosse righe al fallimento di netbook e Chromebook, per la prima volta negli Usa le vendite di questi ultimi hanno superato quelle dei Mac (dati IDC sul primo trimestre 2016), spopolando nelle scuole e nelle università.  
Chromebook, per la gioia di HP, Acer, Dell, Lenovo e Asus, sono diventati realtà e il nuovo modo di rapportarsi all’informatica concepito da Mountain View si sta consolidando nella cultura del mondo hi-tech e del web come un nuovo modo di concepire il rapporto tra utente e macchina (e tra server e client). 
Con Chrome OS, infatti, tutto gira in rete e attorno ad essa (per quanto gli strumenti per lavorare offline con i Chromebook siano in deciso aumento), gli avvii pc sono molto più rapidi di quelli a cui siamo abituati con i sistemi di casa Microsoft, le batterie più performanti, le sincronizzazioni immediate e continue (è possibile, infatti, riprendere il proprio lavoro ovunque sia disponibile una connessione senza averlo dovuto salvare sul proprio device), la sicurezza è maggiore e le applicazioni di casa Google, se utilizzate unitamente alle estensioni giuste, sostituiscono del tutto i software e facilitano il computing remoto, vera frontiera per un sistema improntato sull’utilizzo prevalente di un cloud. 
E' nata la filosofia Chrome e, a quanto pare, piace.

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