venerdì 8 settembre 2017

Hegding e derivati

L’hedging consiste nel mettere in piedi una o più operazioni di copertura dai rischi correlati ad una posizione aperta su un altro investimento.
Si tratta di una strategia ampiamente utilizzata nel mondo della finanza, sia dagli operatori che gestiscono un portafoglio di titoli, sia da imprese e investitori privati, ed ha il fine unico di diminuire le potenziali perdite.


I rischi di natura finanziaria a cui può essere esposto un portafoglio, un’impresa o un investitore sono:

- rischio di mercato. È il rischio rappresentato dalle variazioni sfavorevoli del livello dei prezzi o dei fattori di mercato.
A seconda dei fattori che lo determinano, il rischio di mercato può essere definito rischio di interesse, per tutte le posizioni finanziarie (attive e passive) sensibili alle variazioni dei tassi di interesse, rischio di cambio, per le posizioni espresse in valuta estera, e rischio di prezzo, se a variare sono i prezzi di mercato delle materie prime (rischio commodity);

- rischio di credito o controparte. È il rischio di perdite derivanti dall’impossibilità delle controparti di far fronte agli impegni precedentemente concordati. Questa situazione può dipendere sia da situazioni di difficoltà della controparte, sia da restrizioni legislative apportate dal Paese cui la controparte appartiene (rischio Paese);

-  rischio di liquidità. È il rischio legato alla disponibilità di liquidità. Ricorre quando o non sono più disponibili i fondi per far fronte a richieste di rimborsi, scadenze di impegni e altre uscite finanziarie, o le condizioni per ottenere sul mercato la liquidità necessaria sono diventate eccessivamente onerose.

Un’operazione di hedging si realizza di norma mediante l’acquisto o la vendita di uno o più contratti derivati il cui sottostante è la stessa attività, reale o finanziaria, da coprire.


Da: Derivati finanziari: Il mercato dei derivati e i contratti più diffusi (Conoscere Vol. 2)

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